Quello dell’auto aziendale per uso promiscuo è uno di quei vantaggi che più sono in grado di attirare dipendenti di valore e di talento e al quale le aziende ricorrono con sempre maggiore frequenza.
Un vantaggio del quale parleremo oggi non solo però per quanto riguarda il punto di vista del dipendente o collaboratore che se lo vede assegnare, ma anche e soprattutto dal punto di vista di chi, come appunto l’azienda, può o vorrebbe offrirlo.
Quali sono le caratteristiche di questo tipo di benefit? E conviene ancora acquistare l’auto da offrire al dipendente? Oppure i vantaggi del noleggio a lungo termine sono ormai troppo elevati per pensare ancora di acquistare auto destinate alla propria flotta?
Vediamo insieme cosa c’è da sapere sulle auto aziendali per uso promiscuo.
I vantaggi per il dipendente
I vantaggi per il dipendente che si vede assegnare un’auto per uso promiscuo dovrebbero essere evidenti a tutti. Da un lato si vede assegnare un’auto che non pagherà direttamente, dall’altro potrà evitarsi anche i fastidiosi costi di gestione, come bollo e assicurazione.
Quello che però in molti non ricordano o non sanno è che anche su questo tipo di benefit è necessario pagare tasse, ed è proprio di quello che ci occuperemo nel seguito della nostra guida.
Come viene calcolata la tassazione?
La tassazione nel nostro paese è sempre estremamente complessa e questo non poteva che riflettersi anche sulle auto aziendali ad uso promiscuo.
Siamo infatti davanti ad una tassazione che ha bisogno del ricorso a tabelle chilometriche del’Aci: viene considerato poi reddito del dipendente 1/3 del costo che è attribuito al percorrere 15.000 chilometri l’anno con quella specifica categoria di auto.
Le tabelle vengono pubblicate ogni anno sulla Gazzetta Ufficiale, e vengono appunto riportati i valori per ogni tipo di autovettura che è disponibile sul mercato italiano.
Possiamo fare un esempio per un auto che secondo la tabella ACI abbia un costo per chilometro di 0.50 centesimi. 0.50 centesimi vanno moltiplicati per 15.000, per ottenere 7500 euro. Di questi il 30% finirà appunto in busta paga del dipendente, ovvero 2.500 annui, ovvero al mese 208,30 euro al mese, sul quale si dovranno pagare appunto tasse.
L’uso invece per utilizzo professionale, almeno secondo quello che era nella testa del legislatore, è ovviamente un costo che è totalmente a carico dell’azienda.
Perché proprio il 70% contro il 30%? Per un mero calcolo matematico che tiene conto dei giorni lavorativi (cinque) contro il week-end, composto di due giorni.
Una soluzione che forse finirà per scontentare qualcuno, ma che è comunque quella alla quale ci si deve attenere per il calcolo delle tasse.
I vantaggi fiscali per l’azienda
Ma perché le aziende dovrebbe offrire un benefit di questo tipo?
C’è deduzione IRES al 70% per chi offre appunto l’auto in uso promiscuo, riguardo tutte le spese che sono state sostenute per acquistare e manutenere il veicolo. Si tratta di un’agevolazione che però è valida se e solo se l’auto è nella disponibilità del dipendente per più di 183 giorni l’anno e questo potrebbe essere sicuramente un aspetto vantaggioso della scelta di una soluzione del genere.
Per quanto riguarda il noleggio, vale una deducibilità di noleggio e servizi al 70% e una detraibilità al 40% sempre per noleggio e servizi.
Anche in questo caso dunque i vantaggi di carattere fiscale potrebbero essere importanti e di sicuro interesse per qualunque tipo di realtà aziendale.
Vale la pena comunque di ricordare, in chiusura, che questi vantaggi, anche nel caso del noleggio, sono applicabili se e solo se l’auto rimarrà nella disponibilità del dipendente per più di 183 giorni l’anno, ovvero per più di metà dell’anno.